La Fata del Silenzio, quella della Pazienza e la Fata del Perdono
giunsero trafelate al Castello del Signore delle Fate.
Avevano fatto un lungo cammino, e ora ad esse mancava
persino il respiro per poter parlare. Riuscirono soltanto
a dire che dovevano riferire assolutamente al loro
Signore riguardo a una questione estremamente urgente…
poi vennero meno per la troppa stanchezza e furono
condotte via.
Quando si risvegliarono, si trovarono adagiate su morbide
poltrone, e di fronte ad esse stava il Signore delle Fate.
Si alzarono e si inchinarono di fronte a Lui, e la Fata della
Pazienza parlò per prima: “Signore, siamo qui per riferirti
di situazioni molto gravi che si vanno creando in questi
giorni: stiamo constatando che Belzebul sta agendo dappertutto
con una nuova tattica che ci sta mettendo fortemente
in crisi…”. Intervenne la Fata del Perdono: “E’ assolutamente
necessario che Tu intervenga, perché per noi
questa situazione sta diventando sempre più impossibile da
affrontare: è sempre più difficile riuscire a riconoscere gli
inviati di Belzebul dai nostri: la nuova tecnica di assalto si
confonde troppo con la nostra!”. “Per questo siamo venute
qui! – concluse la Fata del Silenzio – C’è urgentemente
bisogno di un tuo consiglio o di un tuo intervento”. Dal suo
trono raggiante di luce il Signore delle Fate sorrise benevolmente,
poi disse loro: “Perché temete?”.
Ci fu un attimo di pausa, nel quale le tre Fate si guardarono
reciprocamente, come per confermare la loro intesa;
poi la Fata del Silenzio parlò: “Signore…anch’io non
riesco più a tacere, a questo punto, anche se so che dovrei.
Non riesco… Forse Tu non sai che gli inviati di Belzebul
stanno utilizzando addirittura le nostre sembianze, e agiscono
seguendo le nostre stesse tattiche…e con ottimo
risultato a loro favore!”. “Lo so. – disse sorridendo il
Signore delle Fate - Ma perché temere?”. “Già, non
dovremmo – intervenne la Fata della Pazienza – dovremmo
restare salde e serene. Ma vedere attorno a noi tutte
queste situazioni, ci sta creando molte preoccupazioni,
Signore”. “E perché mai?” domandò il Signore delle Fate.
Le Fate l’osservarono in silenzio, quasi incredule che Lui
non agisse prontamente e non condividesse in pieno le
loro ansie. Eppure, non poteva non aver capito la gravità
dei fatti. La Fata della Pazienza cercò allora di prendere un
nuovo spunto in quel discorso che pareva impossibile da
continuare secondo le loro attese: “Ma, Signore, dicci: per
quanto durerà questo nuovo sistema ideato da Belzebul?”.
“Finchè voi gliene darete la possibilità” fu la riposta del
Signore delle Fate. La Fata del Silenzio volse lo sguardo
alle altre: si intendevano, senza dirsi le parole, su una cosa
che appariva ormai certa: il dialogo con il loro Signore
non procedeva secondo gli schemi previsti da esse. Lui
pareva non capire. Ma com’era possibile? Come poteva
reagire soltanto così, e con quell’estrema calma, di fronte
a quel pericolo che, loro ne erano convinte, era veramente
grave? C’era qualcosa di strano in quel loro faticoso dialogo.
C’era qualcosa di molto strano e di nuovo, che impediva
ad esse di avere un rapporto sereno, in quel momento,
con il loro Signore.
Mai prima di allora era accaduto questo…e ciò destava
una certa preoccupazione nelle Fate. E questa era una
nuova e grave considerazione, che aggravava il peso già
enorme costituito dai problemi di quei giorni. Ci fu così un
prolungato momento di silenzio… Poi, a un certo punto, il
Signore delle Fate si rivolse di nuovo ad esse: “Finchè voi
gliene darete la possibilità, non c’è altra risposta”. In quelle
parole le Fate si sentirono svelare le trame dei loro pensieri,
e arrossirono, volgendo gli occhi in basso per la vergogna.
La Fata del Perdono riprese la parola: “Signore…
non volevamo dubitare, ma…la situazione ci ha suggestionate
a tal punto che non ci pare più così chiara e così
realizzabile la nostra serenità”. Il Signore delle Fate si
rivolse a lei: “Tu, Fata del Perdono, saresti disposta ora a
offrire il perdono a Belzebul?”. “Ma…ma…che dici,
Signore? Perdonare Lui? Belzebul?! – rispose attonita la
Fata, volgendo lo sguardo stravolto alle colleghe – Non
vorrai dirmi che è anche solo nelle tue intenzioni fare questo?!
Ma…Signore, come può essere possibile? Attendersi
che Belzebul accolga il perdono?… Ma non è definitivamente
destinato alla condanna? Come può esserci il perdono
per Lui?”. “Già… come può essere possibile ciò che
dici, Signore?” richiese ansiosa la Fata della Pazienza.
“Spiegati… parlaci! Non comprendiamo quello che stai
dicendo, Signore!” sollecitò la Fata del Silenzio. Attesero
nel silenzio, mentre dal suo trono raggiante di luce il
Signore delle Fate pareva voler rispondere soltanto con
quel sorriso che invitava a riconsiderare le cose e ad affidarsi
di più a Lui. Ma le Fate si attendevano anche la spiegazione
di ciò che stava accadendo e che non riuscivano a
comprendere con quella sua stessa serenità… “Perché mai
questa proposta vi rende così piene di paura?” chiese alla
Fata del Perdono il Signore delle Fate. “Perché…perché…-
cercò di spiegarsi quella, ancor più agitata – tutto
ciò che crediamo essere sicuro sta per essere minacciato,
e ora proprio da Te, Signore!… Come può essere possibile
che non riusciamo più a capirci?… Che Tu dica queste
cose, che a noi paiono totalmente assurde?”. “Come
potremmo non essere piene di angoscia e di paura, a questo
punto? Belzebul sta avanzando grazie alle sue nuove
trame…e Tu ti dici persino disposto ad offrirgli il perdono.
Come può essere possibile per noi rimanere serene?”
aggiunse la Fata della Pazienza, visibilmente agitata. “Noi
ci fidiamo di Te, Signore – osservò la Fata del Silenzio
esprimendosi con estrema prudenza, come soppesando le
parole – ma questa fiducia viene ora minacciata. Abbiamo
paura che…sì, che Belzebul prevalga!”. “Questo può essere
possibile solo se voi gliene darete la possibilità, come
state per fare ora” disse con tono di spiegazione e di interrogazione
il Signore delle Fate. “Come sarebbe a dire?”
fece la Fata della Pazienza, dopo un attimo di silenzio.
“Credo ora di riuscire a capire – intervenne in aiuto la Fata
del Perdono – sì, penso proprio di intuire quello che Tu
stai per aiutarci a comprendere: che siamo già soggette un
po’ alla tattica di Belzebul, solo perché non ci fidiamo di
Te… e proprio per questo stiamo permettendo a Lui di
avere il sopravvento…intanto, su noi stesse. Se abbiamo
paura, significa che non abbiamo fiducia in Te. E questa
poca fede permette al nostro avversario di lasciarci prendere
con altre preoccupazioni e timori…”. “E allora, che
occorre fare?” le chiese la Fata della Pazienza. “Occorre
prendere coscienza della superiorità del Signore delle Fate
su ogni cosa… anche di fronte alla possibilità più assurda:
quella appunto di dare a Belzebul la possibilità del perdo81
no” spiegò la Fata del Perdono. “Ma ciò comunque non
potrebbe mai avvenire!” riprese quella, cercando una conferma
alla sua convinzione. “Da parte di Belzebul, forse
no… Ma da parte del Signore delle Fate, non può non
esserci anche la possibilità di questa offerta. Altrimenti,
Lui verrebbe limitato nel suo agire e nel suo essere infinito,
in questo caso… è così?” concluse la Fata del Perdono
rivolgendo la domanda al suo Signore. “Sì, è come dici”
confermò Lui sorridendole. La Fata del Silenzio, che era
rimasta ad ascoltare attentamente l’evolversi delle cose,
intervenne con calma: “Stavamo per soccombere già ora
al potere di Belzebul… se Tu non ci avessi fatto rendere
conto della nostra poca fiducia in Te. Ora stiamo per comprendere
che le nostre paure non vengono tanto dal potere
di Belzebul, ma soprattutto dalla nostra poca fede”. Le
Fate osservavano, silenziose, lo sguardo rasserenante del
loro Signore…e sentivano, a poco a poco, ritornare quella
serenità che fino a poco prima stava rischiando di allontanarsi
sempre più da loro.
Recuperavano in quegli attimi la capacità di rivedere
tutta la situazione con la fiducia… Senza che la paura
potesse prevalere in quelle loro considerazioni, che esse
ora riuscivano sempre più a riferire alla presenza del loro
Signore; e ciò dava alle Fate la certezza che ogni realtà era
destinata a inserirsi nella vittoria della Luce di Lui.
Riconoscendo che il loro errore era stato quello di non
confidare pienamente in Lui in quei momenti del pericolo,
ora ne riscoprivano ancor di più la serena ed efficace presenza,
che aiutava le Fate a rischiarare le cose, là dove il
dubbio stava prima ponendo il buio, là dove la paura stava
per soffocare la gioia, là dove la realtà stava per cedere il
passo all’illusione,… là dove il Signore delle Fate stava
per essere dimenticato e soppiantato da Belzebul. Ora
tutto quanto si stava sistemando di nuovo e con più efficacia
di prima, e le Fate respiravano in quel silenzio la realtà
vitale del loro Signore, che tutto chiariva e tutto sosteneva,
tutto quanto, anche là nel loro cuore, dove Belzebul
stava ancora tentando, sebbene soltanto sommessamente,
di inserirsi e recuperare il terreno perduto. “Tu, Fata del
Silenzio – disse a un certo punto il Signore delle Fate
rivolgendosi a lei – saresti disposta a non far nulla di fronte
all’avanzare del potere del Signore delle Tenebre?”. La
Fata restò alcuni istanti pensosa, poi rispose: “Quello che
mi stai chiedendo, Signore, è un passo enorme, che contrastava
fino a pochi istanti fa con le mie considerazioni a
riguardo della situazione che si è venuta a creare in questi
giorni; ma adesso che sento più profondamente vicina la
tua presenza, Ti dico: se ritieni giusto così, mi fido della
tua tattica, e la seguo pienamente: se Tu suggerisci così,
così sia. Sono certa, ora, che anche se io non agissi con le
parole e con le azioni per combattere la potenza di
Belzebul, il potere della Luce trionferà ugualmente, anzi,
a maggior ragione, perché esso si crea in me e attorno a
me attraverso quella fiducia che Tu ci hai ora proposto di
riporre in Te”.
La Fata, dopo aver concluso la sua risposta, volse lo
sguardo al suo Signore e vi trovò l’approvazione profonda
e completa attraverso quel sorriso che meravigliosamente
si stava irradiando da Lui. “E tu, Fata della
Pazienza – chiese il Signore delle Fate rivolgendosi a
quella Fata – sei disposta a vivere nell’attesa, senza voler
constatare come andrà a finire questa situazione che si è
creata?”. La Fata interpellata rimase qualche istante in
silenzio, come per poter considerare appieno la riposta e
vagliarla bene, prima di esprimerla a Lui; osservò poi il
volto delle altre Fate, e si decise a rispondere: “Sì,
Signore…ora sì, certamente. Mi sono accorta, in questi
momenti dell’incontro con Te, che la mia attesa non è più
soltanto una tensione, ma anche già una realizzazione di
ciò che mi attendevo: con la Tua presenza, confidando in
Te, ora sperimento che la vittoria della Luce è già presente,
anche se non la constato secondo i miei schemi. Ma ora
la constato confidando in Te, Signore. Sì, sono disposta a
non vedere i frutti di questa situazione, perché già ora
vedo in Te la vittoria delle realtà che ci hai affidate: la
Pazienza, il Perdono – e si volse alle altre Fate – e il
Silenzio. Abbiamo rischiato di ritenere queste realtà soltanto
nostre, e non invece, come avremmo dovuto sempre
considerarle, uno specchio della tua presenza, un dono di
Te. Ora che sentiamo la tua presenza più da vicino, sapremo
ritornare là dove ci hai poste e far rifiorire queste realtà
che per colpa della nostra poca fiducia in Te stavamo
perdendo. Ci eravamo convinte di dover difendere tutto
quanto, e non ci siamo rese conto, se non quando siamo
arrivate qui da Te, che queste realtà non hanno nessuna
necessità di essere difese, ma soltanto trasmesse, perché
già vittoriose in se stesse. Grazie del tuo aiuto,
Signore,…grazie!”.
Dal suo trono raggiante di Luce, il Signore delle Fate si
rivolse a loro: “Ora che non avete più paura, e vi siete
riscoperte come Fate autentiche e vittoriose con me, trasmettete
questa Luce con la Pazienza, il Perdono e il
Silenzio. Andate!”. Le Fate si inchinarono con profonda
riconoscenza e gratitudine, e ritornarono a svolgere la loro
missione là, da dove erano venute.