L'arrivo del Principe


Anche quella giornata pareva destinata a procedere
come ogni altro giorno: tutto era iniziato in modo normale,
come d’abitudine: con le stesse persone, gli stessi impegni,
le attività che si ripetevano come al solito…
Tutto, quindi, pareva dovesse procedere come di consueto…



Quand’ecco che nel paese si diffuse improvvisamente
un vociferare insolito, dapprima indistinto e confuso, poi
sempre più chiaro: era la gente del villaggio che, correndo
qua e là per le strade, annunciava: “E’ arrivato il
Principe!”. “Quando?…Dov’è?…” si sentiva rispondere
ora qua, ora là.
E tutti cercavano di andare alla ricerca di notizie più
sicure e di altri ragguagli; ma nessuno sapeva dire ancora
qualcosa di preciso, tranne la risposta che riecheggiava
continuamente: “E’ arrivato il Principe!”. L’attesa di questo
Principe tra quella gente non era una novità: già da
tempo infatti si parlava di una prossima venuta di un
Principe; alcune persone, ogni tanto, nel paese, ne richiamavano
l’imminente arrivo; qualcun altro non ci aveva
però fatto granchè caso, continuando le proprie occupazioni;
altri poi non avevano affatto creduto a questo
annuncio: “Cosa ci dovrebbe venire a fare – affermavano
– un personaggio come un Principe in un villaggio come
il nostro?”.
Qualcuno però, sentendo ora annunciare questa venuta,
si ricordò che quando era bambino, gli era stata annunciata
la venuta di una persona importante, per cui ora quell’idea
riaffiorava e acquistava senso… Un senso che si
accresceva con quella progressiva intensità del vociare
della gente, là fuori; e faceva riemergere la curiosità e l’attesa
che parevano essersi ormai dissolte con il tempo.
Ora quel movimento di gente per la strada coinvolgeva
sempre più anche chi era rimasto prima un po’ sospettoso
e prudente alla finestra a guardare, ma che ora, sentendosi
sempre più partecipe e interessato a quella venuta, scendeva
nella strada, accrescendo il numero degli annunciatori.
Che effetto, vedere ora tutta quella gente in giro per
il villaggio ad annunciare l’arrivo del Principe! Ma perché
ora erano tutti così interessati, così intensamente coinvolti?
Perché tanto interesse di fronte alla venuta di questo
Principe?
Ed ecco spuntare, dal fondo del viale principale, annunciato
dai trombettieri, un banditore a cavallo; avanzando
con molta difficoltà tra tutta quella gente, raggiunse il centro
della piazza e dispiegò il suo proclama: “Udite!
Udite!…”. A poco a poco il vociare diminuì fino a farsi
silenzio quasi assoluto.
“E’ appena giunto qui in paese il Principe, il tanto atteso
e desiderato dal popolo! Con delibera delle nostre autorità,
questa sera, ciascuno di voi è espressamente invitato
a prendere parte al banchetto e ai festeggiamenti che si terranno
in suo onore! Siete tutti quanti attesi alla sala del
popolo, allo scoccare delle ore otto!”.
L’araldo ripiegò il proclama, mentre la folla riprese il
vocìo ora ancor più intensamente; il banditore, facendosi
largo col suo cavallo tra le persone, sebbene a stento, riu-
scì a ritornare da dov’era venuto.
Quella sera, all’ora stabilita per il ritrovo, una fila sterminata
di persone stava ad aspettare fuori dal portone
della sala del popolo, nella quale si sarebbe svolta la tanto
attesa festa.
Mentre erano lì in attesa, le signore si davano gli ultimi
ritocchi al trucco del viso; gli uomini, cercando di non
farsi notare, si sistemavano il vestito nuovo che avevano
da poco indossato, o si riordinavano i capelli con la palma
della mano; i ragazzi, impazienti, correvano di qua e di là,
giocando tra di loro, fermandosi solo per qualche attimo di
fronte al richiamo dei genitori; alcuni anziani, mentre
attendevano lì in fila, raccontavano a quelli più giovani la
vicenda dell’attesa del Principe vissuta lungo la loro vita,
delle tante volte che ne avevano sentito parlare e che ne
avevano parlato a loro volta agli altri, e sottolineavano ora
la loro gioia per aver avuto l’occasione, prima di morire,
di partecipare a quella festa.
All’improvviso il portone fu aperto e, poco per volta,
tutti entrarono e trovarono posto, dando inizio alla festa,
nell’attesa dell’arrivo del Principe. L’atmosfera che si
andava creando nella sala era qualcosa di veramente stupendo
e rasserenante: colori, calori, emozioni, che si
accompagnavano ai delicati sapori dei cibi e delle bevande
verso la interminabile fila di invitati al banchetto, ecco la
poltrona riservata al Principe, che avrebbe dovuto arrivare
– ripetevano le autorità competenti – da un momento
all’altro. D’un tratto, il suono di una tromba fece interrompere
tutto quanto… Tutti si alzarono in piedi, in silenzio e
attendendo… Entrò un araldo e si mise accanto alla poltrona
del Principe; e dopo aver srotolato una pergamena,
si schiarì la voce e diede inizio, a voce alta, alla lettura:
“Udite! Udite!… Il Principe, il nostro amato Principe,
cogliendo l’occasione della vostra presenza a questa festa
che avete organizzato per il suo passaggio da queste parti,
si rivolge a ciascuno di voi e chiede la vostra collaborazione
per una missione molto importante che Egli sta compiendo.
Per questo non ha potuto essere presente qui tra
voi, questa sera. Una missione molto importante, per
garantire il suo Regno. Ora il Principe si trova sulla strada
maestra, all’uscita del paese; chi si vuol mettere disponibile,
si rechi là: Lui sta attendendo”. L’araldo chiuse la
pergamena e se ne andò.
Tutti rimasero per un poco ammutoliti e assorti… Poi,
qualcuno si alzò e uscì dalla sala… Pochi.
Gli altri, superati quegli attimi di sconcerto, ripresero
via via, sempre più intensamente, a vivere le realtà della
festa. La musica e le danze ricominciarono, le portate
furono servite in tavola con più abbondanza, la gente continuò
i discorsi lasciati a metà. Tutto quanto riprese, e con
maggiore intensità di prima.
Là fuori, quel gruppetto che aveva accolto l’invito si
era messo in cammino verso la strada maestra.
Stringendosi addosso i vestiti, a causa del freddo, procedeva
speditamente fra le viuzze del paese; uno di loro si
volse indietro, osservando per un attimo le luci festose e
ascoltando le grida gioiose che provenivano dalla sala
della festa… poi riprese il suo cammino con gli altri. A un
certo punto da un angolo di una strada sbucò fuori l’araldo:
“Per di qua!” disse sottovoce al gruppetto, incamminandosi
veloce davanti a loro. Lo seguirono in fretta,
senza esitare; finchè sbucarono, attraverso quelle innumerevoli
viuzze, sulla via maestra.
Qui si trovarono di fronte una numerosa folla, raccolta
attorno al Principe… Eccolo!… Là, al centro! Il
Principe!… Lui, lì, a cavallo del suo bianco destriero!
“Benvenuti! – disse rivolgendosi a coloro che erano
appena giunti – Siamo pronti, ora possiamo andare!”.
Sollevò la mano verso l’alto, dando inizio così al movimento
di quella gente, che si incamminò dietro di Lui.
Tutte le persone di quel corteo, sorridendo, si presero per
mano, procedendo senza fatica; anche il freddo, fino a
pochi attimi prima così intenso, ora non lo si percepiva
nemmeno.
Da quel corteo si innalzò lievemente un canto, che con
la sua delicata melodia pareva essere un filo che legava tra
loro tutti quanti. E un’atmosfera di gioia sempre più intensa
e profonda entrava nel cuore di ognuno. Dopo un po’ di
cammino, apparve, in una luce fioca, ancora lontano, ma
ben visibile, lassù in alto, un Castello. “Ma… lassù?…-
disse uno di loro stringendo la mano al vicino, per richiamarlo
alla sua domanda – E’ là?… E’ a quel Castello che
ci stiamo dirigendo?” e glielo indicò con lo sguardo.
“A quanto pare, sì… pare proprio che ci stiamo dirigendo
in quella direzione” rispose quello sorri dendo.
“Di chi sarà il Castello?”. “Boh!… Proviamo a chiederlo
al Principe!”. “Principe!… Ehi! Principe!” chiamarono,
cercandolo davanti a loro. “Sì… che c’è?” rispose il
Principe rallentando il cammino del suo destriero e volgendosi
indietro. “Scusa… vorremmo chiederti: stiamo andando
là, a quel Castello?” chiese uno di essi. “Sì, siamo diretti
là – rispose il Principe osservando con un sorriso la meta
sempre più vicina – al Castello di mio Padre, il Signore
delle Fate. Egli ha preparato per me e per voi una grande
festa!”. “Ma…- riprese uno di quelli – la festa non era
quella che avevamo organizzato noi, laggiù al paese?…
Quella che abbiamo lasciato poco fa?”. “Quella – rispose il
Principe sorridendo – non era che l’antipasto, l’inizio…e
così voi l’avete vissuta: Ma la vera e propria festa è quella
che si svolgerà al Castello di mio Padre”. “Ma… e quelli
che sono rimasti al paese?” chiese uno.
“Se ne accorgeranno, quando, terminata la festa, si renderanno
conto del loro errore. Erano intervenuti per il
Principe, e poi si sono fermati a festeggiare solo se stessi.
Non hanno compreso che la vera festa invece era stare con
me, e non semplicemente farmi una festa” spiegò Lui. “E
ora, che faranno? Che succederà loro?” chiese un altro.
“Intanto, quello che faranno se lo stanno già decidendo:
continuare a far festa… e questo ancora per un po’; finchè
tutto finirà! Allora, andranno in giro alla ricerca di questa
dimora; un giorno giungeranno qui, e fuori dalla porta,
bussando grideranno: Signore, Signore, aprici!.
Ma mio Padre dirà loro: Non so chi siete, né di dove
siete. Ed essi risponderanno: Siamo quelli che hanno partecipato
al banchetto di tuo Figlio!… A quella festa!. E Lui
ribadirà: Ma c’era mio Figlio a quella festa?. La risposta
sarà: Beh… no, non proprio… E mio Padre: Se non c’era,
come potete conoscerlo? E come Lui può conoscervi?… E
la porta verrà chiusa”.
Si era intanto giunti al Castello. Il Principe discese dal
suo destriero e, alla guida di tutte quelle persone, entrò. Ci
ritrovammo tutti quanti in un’immensa sala piena di Luce.
A questo punto il Principe si rivolse ai presenti: “La festa
ora sta iniziando, e non finirà mai.
State per vivere pienamente ciò che da sempre avete
cercato e desiderato: soprattutto voi stessi, la vostra realtà,
chi siete veramente”.
Laggiù, dal fondo, ecco apparire il Signore delle Fate:
…una Luce sempre più serena e colorata, che pervade con
il calore di una gioia immensa… e un delicato silenzio che
sta facendo rivivere ognuno…
“Benvenuti” ci sentiamo dire nel cuore. E mentre avanziamo verso di Lui, la serenità è come una dolce melodia
che colma la nostra anima. Sperimentiamo sempre più
presente con noi il Signore delle Fate…Gustiamo quel
sorriso che ancora non vediamo di Lui, ma che già viviamo in noi.